
🔴 Recensione 🔴
“Alma”, di Federica Manzon (Feltrinelli) narra la storia di un amore lungo trent’anni. Lei, Alma, è una triestina figlia di un personaggio molto difficile: l’autore dei discorsi di Tito, che a casa c’è molto poco per i suoi impegni (sempre segretissimi). Lui è Vili, figlio di amici politici del padre, che si rifugia a casa loro durante i primi disordini durante il dissolvimento della Jugoslavia. Ma la guerra morde, e lui decide di tornare a difendere la propria terra iscrivendosi come fotografo di campo. Lei, nel frattempo diventata giornalista, lo segue a Belgrado, in un momento di estremo sacrificio e difficoltà oggettive (e di rapporto).
Anni dopo, alla morte del padre, Alma tornerà a Trieste per chiudere molte cose… e trovare una prospettiva totalmente nuova al suo passato.
Un libro molto duro, con dei rapporti umani basati sul “non detto”, sentimentalmente autistico nella sua chiusura. La vicenda di guerra è potenzialmente molto interessante, ma ho la narrazione farraginosa, la trama poco sviluppata nelle sue parti “positive”, quasi monca negli sviluppi personali di speranza. Peccato.
Voto: 3,2/5
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